"Viviamo in un Paese insicuro. Un Paese fragile, che cade a pezzi e ha bisogno di cure, di rammendi e di nuove energie per riuscire a risollevarsi. Lavorando tutti insieme il Paese si può risollevare".
Lo ha detto il presidente dell'Ance, Gabriele Buia, nel corso della relazione annuale dell'Associazione dei Costruttori. "Le cose da fare non mancano: infrastrutture fatiscenti, scuole cadenti, territori insicuri, manutenzioni insufficienti, città  in declino, periferie abbandonate. Un bollettino di guerra - sottolinea - che necessita di misure eccezionali e di un programma di interventi serio ed efficiente".
Per Buia "all'economia italiana manca l'insostituibile apporto dell'edilizia e della sua filiera, collegata con oltre il 90% dei settori economici del Paese. Grazie all'edilizia potremmo crescere dello 0,5% in più ogni anno". "Senza lo stallo delle costruzioni l'economia italiana si sarebbe potuta riportare già ai livelli pre-crisi, analogamente ai principali Paesi europei. Questi dieci anni di crisi hanno invece praticamente fermato un'intera fetta dell'economia italiana - sottolinea - con una contrazione complessiva dei livelli produttivi di oltre 70 miliardi, determinando tra l'altro una forte perdita di competitività e di efficienza per il sistema Paese".

 

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