“Il futuro previdenziale degli architetti italiani non può mai essere messo a rischio da operazioni dagli esiti incerti. Bene, dunque, ha fatto Inarcassa ad esprimere le proprie perplessità e a prendere repentinamente le distanze dall’iniziativa Atlante 2, confermando la propria vocazione ad investire, piuttosto, nell’economia reale. Gli architetti italiani, ed i professionisti in genere, non possono essere considerati la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito.”
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“Non si può prescindere poi - sottolinea il Presidente degli architetti italiani, Giuseppe Cappochin – dalla situazione di crisi in cui versa la nostra professione che è strettamente legata alla crisi economica ed, in particolare, a quella dell’edilizia. Se non riparte il settore delle costruzioni - non sono solo i progettisti italiani a farne la spese -  ma è  l’intero Paese a non ripartire”.  

“La ripresa economica passa senza dubbio attraverso significativi investimenti nell’economia della conoscenza come quella espressa dai professionisti e rappresentata, ad esempio, dalla possibilità di estendere all’intera carriera lavorativa il periodo per il quale viene chiesto al progettista - che concorre ad una gara nel settore dei Lavori pubblici - di dimostrare la propria esperienza nell’ambito dei servizi in affidamento e non limitandolo ad un solo periodo, spesso l’ultimo triennio”.

Roma, 2 agosto 2016

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