“Siamo soddisfatti per il vivo apprezzamento dimostrato  dal Commissario europeo per la politica regionale, Corina Cretu, riguardo all’impegno degli architetti italiani teso a sottolineare la centralità delle città e la necessità di uno sviluppo urgano sostenibile”.
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
“L’Unione europea – ricorda la Commissario Cretu in una  lettera inviata al presidente Leopoldo Freyrie – già realizza investimenti volti al rafforzamento dei centri urbani. La politica di coesione dell’UE poggia sul principio del partenariato, che conferisce maggior voce in capitolo alle autorità locali. Oltre il 50% degli investimenti del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) verranno destinati, nei prossimi anni, alle aree urbane e di questi investimenti almeno il 5% dei finanziamenti disponibili saranno gestiti direttamente dalle città interessate.
La Cretu sottolinea poi che anche dalla consultazione pubblica realizzata lo scorso anno è emersa inequivocabile la necessità di rafforzare la dimensione urbana nell’elaborazione delle politiche dell’Unione garantendo la partecipazione delle città all’attuazione della strategia Europa 2020.
La presa di posizione della Cretu fa seguito alla diffusione – da parte degli architetti italiani – del “Manifesto per la rigenerazione delle città europee” presentato lo scorso novembre nel corso del Forum EU Cities Reloading.
In esso si chiedeva, tra l’altro, di “avviare una politica integrata per la rigenerazione delle città europee, piccole e grandi, con particolare attenzione alle comunità escluse, come le città lontane dai corridoi infrastrutturali e i quartieri periferici o degradati delle grandi città e di promuovere questa stessa  politica presso i Governi nazionali, allentando il patto di stabilità laddove impedisca investimenti pubblici che garantiscano standard minimi di sicurezza e salute dei cittadini e rispetto dell’ambiente”.
Riequilibrare il rapporto tra gli investimenti comunitari e nazionali tra grandi infrastrutture e città, a favore di queste ultime, dove vivono i cittadini europei,mitigando i disagi sociali promuovendo innovazione e sviluppo e promuovere la qualità dell’architettura pubblica e privata nelle città, abbattendo il consumo del suolo,incentivando il riuso delle aree urbanizzate e valorizzando i beni culturali e gli spazi pubblici: queste alcune delle altre esigenze espresse nel “Manifesto” degli architetti italiani.

 

Roma, 6 febbraio 2015

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