La Regione Toscana ha recentemente adottato il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) che ha valenza di Piano Paesaggistico. Nella fase delle osservazioni, Elvio Cecchini – coordinatore della Federazione degli Architetti PPC toscani e presidente dell’Ordine di Lucca – ha finito un documento che critica l’impostazione data al documento regionale. Partendo dall’osservazione che gli strumenti urbanisti adottati in Italia non hanno garantito uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio – con le iniziative regionali che hanno favorito un policentrismo diffuso, la devastazione del territorio senza un uso consapevole delle risorse – il documento indica come grave conseguenza il confinamento del progetto architettonico a mero adempimento contabile. Con degrado della qualità professionale e amministrativa e permettendo interventi formalmente realizzabili ma negativi per decoro, paesaggio e qualità architettonica.

La prevalenza della disciplina paesaggistica sulle altre normative – afferma il documento – riconosce alla valutazione del progetto di trasformazione e riqualificazione del territorio un ruolo primario, che non può essere assolto con direttive e prescrizioni generiche e generalizzate, ma elevando la cultura diffusa del progetto architettonico e rafforzando lo strumento del concorso.

Nel PIT manca un indirizzo strategico per riorganizzare e riqualificare il territorio e le aree urbanizzate nei prossimi decenni. Le criticità più significative contenute nel piano – oltre ad errori cartografici sostiene Elvio Cecchini – sono queste.

Non c’è distinzione tra aree degradate e compromesse e quelle da sottoporre a vincolo paesaggistico: così le piccole amministrazioni, in cronica carenza di risorse, manterranno un vincolo generalizzato. Si enuncia la valorizzazione della rete della mobilità “dolce”, ma non si affronta la riorganizzazione della mobilità strutturale e come potenziare trasporti e infrastrutture. Non si affronta sistematicamente il tema della perequazione e come risolverne le complessità derivanti dalla frammentazione diffusa delle proprietà.

 

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